Il vangelo della vangelo quinda domenica di Pasqua commentanto da don Franco della Parrocchia di San Carlo Borromeo Molveno
Carissimi,
da circa quattro settimane, all’improvviso, la normalità della nostra vita ha subito un brusco stravolgimento, il tempo scorre lentamente, le ore del giorno e parte della notte sembrano più lunghe del solito, abbiamo subito uno shock emotivo, siamo frastornati, disorientati, non possiamo fare le cose di prima, per questo abbiamo a disposizione tanto tempo e la difficoltà ad organizzare in modo proficuo la giornata, giorno dopo giorno aumenta la difficoltà a restare a casa, siamo impazienti, presi dalla morsa della paura, ci coglie l’angoscia quando ci viene dato il numeri dei decessi, dietro ogni numero c’è una persona, una vita che si è spenta, i famigliari che sono in lutto, fino a quando saremo in grado di reggere questo stillicidio? Non riusciamo a scrollarci di dosso la maledetta paura che uno di noi e dei nostri famigliari si scopra contagiato.
Carissimi,
quest’anno non possiamo radunarci in chiesa per i riti del “triduo pasquale” e la domenica di Pasqua, li rivivremo attraverso il mezzo televisivo, trasmessi dalla basilica di S. Pietro o dalla cattedrale di Trento, officiati da papa Francesco o dal vescovo don Lauro. Non è la stessa cosa dal partecipare fisicamente nella nostra chiesa, insieme alla nostra gente, sarà una “Pasqua vissuta più in casa che in chiesa”.
Mi permetto di offrirvi una breve riflessione sul “triduo pasquale”:
Attendevamo con ansia e gioia che al quattro maggio si aprissero le porte delle nostre case, “casa dolce casa” sta diventando meno “dolce” per uscire all’aperto ad assaporare la libertà di circolazione dopo due lunghi mesi di clausura pronti a riprendere una parvenza di vita normale, normale del tutto non sarà finché il “carognavirus” non smetterà di girarci attorno e farci paura.
Dovremo attenerci scrupolosamente alle norme di prevenzione per salvaguardare la nostra salute e degli altri. Consoliamoci, siamo stati bravi e disciplinati a restare a casa “#iorestoacasa”.
I due discepoli di Emmaus vivono la fine inattesa e la morte infamante di Gesù come una sonora sconfitta per il maestro e quanti hanno creduto e posto in lui tante aspettative e speranze. Delusi, amareggiati con “volto triste” si allontanano da Gerusalemme. Scaricano la tensione accumulata discutendo animatamente alla ricerca di una spiegazione ai tragici avvenimenti. “ Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo”. Il dolore, lo sgomento, lo sconforto travolge l’animo al punto che si perde l’equilibrio psichico, l’oscurità interiore annebbia il pensiero, crolla la fiducia in se stessi, negli altri e in Dio.
Lo sconosciuto e inaspettato compagno di cammino, ignaro di ciò che è sulla bocca di tutti “solo tu sei forestiero a Gerusalemme”?
Il vangelo della vangelo terza domenica di Pasqua commentanto da don Franco della parrocchia di Molveno
Gesù risorto il mattino di pasqua 2020 ha trovato nelle nostre famiglie un clima simile a quello raccontato nei vangeli: volti impauriti, addolorati delle donne per la perdita del grande Amico, chi ha sofferto tanto riceve il primo annuncio “non abbiate paura voi. So che cercate Gesù il Crocifisso. Non è qui. E’ risorto come aveva detto”.
La mattina di pasqua il Risorto rasserena gli animi degli undici asserragliati nel cenacolo da tre giorni per timore dei giudei “Pace a voi” Perché siete turbati? Perché salgono dubbi nei vostri cuori? Guardate le mie mani e i miei piedi. Sono proprio io”. Il Signore risorto vincitore sulla morte si fa vicino a noi in questi giorni di affanno, di timore, di ansia per le tante domande che ci poniamo: Quando usciremo da questo stato di frustrazione? Come ne usciremo? Cosa cambierà della nostra vita? Non sarà più come prima.
Il vangelo della V domenica di Quaresima commentanto da don Franco della parrocchia di Molveno